I nuovi farmaci nel 2015/2016 e l'industria farmaceutica
Atti del 37° Convegno Nazionale AIP – Milano, 6 giugno 2015
Ho letto che è stato scoperto un nuovo farmaco che rafforza gli effetti della levodopa, la safinamide e che uscirà in giugno. È vero?
Dr.ssa Zecchinelli: In realtà è previsto che sia in commercio a partire dal I trimestre 2016. È stato approvato da EMA, l'Agenzia per i Farmaci Europeo per quanto riguarda l'efficacia e la sicurezza, deve essere ancora negoziato il prezzo del farmaco con AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, prima della commercializzazione in Italia. Ci sono grandi attese per questo farmaco, che è frutto di ricerca esclusivamente italiana (Zambon), perché è il primo farmaco un po’ nuovo che arriva negli ultimi 10 anni. È un inibitore delle MAO (le monoamino-ossidasi), enzimi che degradano la levodopa, come un prodotto molto vecchio, lo Jumex, ma possiede anche la capacità di influenzare i livelli di glutammato, un neurotrasmettitore coinvolto nello sviluppo dei movimenti involontari.
È stato approvato esclusivamente per l'uso in associazione con la levodopa.
Il farmaco è stato efficace e sicuro in un numero ristretto di pazienti negli studi registrativi. Adesso dovrà superare la prova dell'uso allargato in clinica. Per poter dire se offre veramente dei vantaggi riguardo alla terapia esistente bisogna provarlo.
Attualmente è già in commercio in Germania.
Trovo poco logico che la mia qualità di vita debba dipendere dalle ditte farmaceutiche.
Prof. Pezzoli: le aziende farmaceutiche non sono ONLUS e guardano ovviamente al loro profitto. Noi dobbiamo fare un uso giudizioso dei loro prodotti senza farci condizionare. È come quando comperiamo una automobile. Dobbiamo acquistare quella più giusta per noi senza farci condizionare dalla pubblicità e per questo ci informiamo presso molte fonti e guardiamo bene le caratteristiche dell'automobile prima di comprarla.
Non bisogna demonizzare le ditte farmaceutiche. Senza di loro non ci sarebbe neanche un farmaco antiParkinson, perché le autorità sanitarie non fanno questo tipo di ricerca. Poi è importante che il governo esplichi il suo ruolo di controllore, chiedendo alle aziende di giustificare i prezzi elevati dei loro prodotti, esponendo i costi di ricerca che hanno avuto. Purtroppo ormai la ricerca in Italia non produce più brevetti farmaceutici, la maggior parte dei brevetti è di ditte americane.
Io non trovo più il Requip in farmacia. Posso sostituire il dosaggio di 8mg con un altro?
Non riesco a trovare il Mirapexin.
Prof. Pezzoli: Sono circa 70 i farmaci nel prontuario farmaceutico che vengono dirottati verso la Germania o altri paesi dove vengono venduti a prezzi molto più alti. Questo riguarda i farmaci originali, non le copie, dette generici. Ecco perché il farmacista in Italia vuole vendere quelle. Purtroppo, contrariamente a quanto affermano personaggi noti, per legge i generici possono contenere una quantità di farmaco pari al 20% in più o in meno, che è una differenza eccessiva per un paziente parkinsoniano.
Per quanto riguarda il Mirapexin, siamo riusciti ad ottenere una circolare dell'AIFA che obbliga le farmacie ospedaliere a tenerla al posto delle farmacie aperte al pubblico. Vi è stata una reazione da parte di Farmindustria che sostiene che non è giusto che paghino tutti i farmacisti per quei pochi che avevano dirottato il prodotto verso l'estero, ma noi abbiamo insistito. La situazione varia da Regione a Regione, ma in linea di massima Mirapexin può essere trovato presso le farmacie ospedaliere.
Il Requip merita un discorso a parte, perché le copie del Requip retard in realtà non sono a rilascio ritardato come l'originale e c'è chi è stato male con il generico perché il rilascio era troppo veloce. Il dosaggio di 8 mg può essere sostituito con due da 4 mg oppure si può pensare di prendere 2 mg + 1 mg tre volte al giorno.
In ogni modo l'unica soluzione è lottare, scrivere, protestare. In ospedale adesso vi è un servizio detto URP (Ufficio Relazioni con il Pubblico) che è obbligato a fornire una risposta formale a tutte le lettere che arrivano, per cui vale la pena di scrivere. Non bisogna dare per scontato che non serve, bisogna agire, è l'unico modo per andare avanti.