Intervistiamo il Prof. Ioannis U. Isaias, nuovo Direttore del Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’'ASST Gaetano Pini-CTO di Milano. Il Prof. Isaias è anche Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università “Julius Maximilian” di Würzburg ed è stato responsabile del laboratorio “Motor Control and Neuroimaging” presso l’Ospedale Universitario di Würzburg, in Germania e “Adjunct Professor” presso la New York University NYU Langone Health. Si è formato presso il Centro Parkinson e Parkinsonismi di Milano, l’Università di Lipsia in Germania ed il Mount Sinai Hospital di New York. La sua attività di ricerca si è incentrata sulle alterazioni patofisiologiche della malattia di Parkinson, con particolare attenzione alla neurofisiologia e alle neuroimmagini molecolari.
La droxidopa migliora l’equilibrio nei pazienti con Parkinson ed ipotensione ortostatica
Questo studio pilota, recentemente pubblicato sulla rivista Parkinsonism & Related Disorders, ha esaminato l’effetto del farmaco droxidopa sull’equilibrio e la marcia nei pazienti con malattia di Parkinson e associata ipotensione ortostatica.
Atrofia Multisistemica: impianto di un dispositivo per l'ipotensione ortostatica
L'atrofia multisistemica (Multiple System Atrophy, MSA) è una malattia sporadica e ad esordio nell'età adulta, caratterizzata da segni parkinsoniani o cerebellari e disautonomia, che si manifesta con ipotensione ortostatica o sintomi urinari.
La DBS potrebbe cambiare il decorso del Parkinson?
Se lo chiedono molti neurologi che si occupano di stimolazione cerebrale profonda, in inglese Deep Brain Stimulation (DBS), ed è l'argomento di un articolo pubblicato da poco su una rivista scientifica importante, Movement Disorders.
Ipotensione ortostatica e Parkinson: quanto contano l'altezza e il peso del paziente
L'ipotensione ortostatica, cioè la riduzione della pressione arteriosa sistolica di almeno 20 mmHg o della pressione diastolica di almeno 10 mmHg entro 3 minuti dall’assunzione della posizione eretta, è presente nel 47% dei pazienti con malattia di Parkinson e l'incidenza aumenta con la progressione della malattia.
Opicapone nel Parkinson con fluttuazioni: utilizzo nella pratica clinica in Germania
Questo studio, i cui risultati sono stati pubblicati da poco su una rivista scientifica europea, è uno studio real-world, cioè uno studio che raccoglie dati derivanti dalla pratica clinica del mondo reale.
Studio sull'uomo con UB-312, un vaccino contro l'alfasinucleina
I ricercatori ritengono ormai che l'alfasinucleina svolga un ruolo chiave nella eziologia della malattia di Parkinson e questa proteina è ormai considerata un bersaglio importante per la modifica della progressione della malattia, ragione per la quale si stanno studiando anche i vaccini contro l'alfasinucleina.
Dieta pro-infiammatoria e rischio di malattia di Parkinson
Questo studio ha voluto indagare l'associazione tra il consumo di una dieta pro-infiammatoria e la probabilità e l'incidenza di Malattia di Parkinson in fase prodromica (pPD) in un gruppo di soggetti anziani senza caratteristiche cliniche di parkinsonismo.
La malattia di Parkinson è a tutt’oggi la seconda patologia neurodegenerativa più comune, essendone affetto circa il 3% della popolazione mondiale al di sopra dei 65 anni.
Infusione notturna di apomorfina per il trattamento dell'insonnia nel Parkinson
È appena stato pubblicato sulla rivista scientifica Lancet Neurology uno studio multicentrico, crossover, randomizzato, controllato, in doppio cieco, chiamato APOMORPHEE, sulla sicurezza e l'efficacia dell'infusione sottocute notturna di apomorfina per il trattamento dell'insonnia nei pazienti con Parkinson.
Studio randomizzato sulla sicurezza, la farmacocinetica e l'efficacia di apomorfina inalatoria per l'off mattutino nel Parkinson
Sono stati appena pubblicati i risultati di uno studio che aveva lo scopo di confrontare la sicurezza e la farmacocinetica dell'apomorfina per via inalatoria con l'apomorfina sottocutanea in volontari sani, e di esaminarne la sicurezza, la farmacocinetica e l'efficacia in pazienti con malattia di Parkinson.
Le mutazioni geniche che possono essere presenti all’interno del nostro DNA si dividono in mutazioni responsabili di malattia e mutazioni che aumentano il rischio d’esordio della malattia stessa, con una capacità di causare la malattia differente a seconda del tipo di mutazione.
Perché il paziente con Parkinson non dovrebbe rivolgersi (quasi mai) al Pronto Soccorso
Pensiamo sia utile per i nostri pazienti riproporre un interessante articolo pubblicato alcuni anni fa da APDA, l'associazione Americana per la malattia di Parkinson, scritto da un neurologo parkinsonologo americano, Joseph H. Friedman, molto ben adattabile anche alla realtà italiana.
Infiammazione nella malattia da corpi di Lewy diffusi
Il ruolo dell’infiammazione nelle malattie neurodegenerative è stato evidenziato in diversi contesti sperimentali e clinici, che indicano un nesso tra infiammazione e la neurotossicità indotta dalla proteina alfa-sinucleina nel Parkinson.
La scala SCL-90 (Symptoms checklist di Hopkins) per l’autovalutazione della sintomatologia psichica nel Parkinson
Le misure di autovalutazione da parte dei pazienti (in inglese Patient-Reported Outcome Measures, PROMs) sono volte a valutare l’esperienza delle persone in relazione ad una condizione di salute o a una terapia attraverso la somministrazione di questionari o interviste.
Studi pubblicati in passato hanno dimostrato che alcune abitudini di vita (fumo di sigaretta, consumo di alcol, caffè) sono meno frequenti nei pazienti parkinsoniani