Valutazione della relazione tra lo stato degli aminoacidi e la malattia di Parkinson
La malattia di Parkinson è una delle malattie più comuni che colpiscono il cervello e il sistema nervoso.
Attualmente, ci sono oltre sei milioni di persone nel mondo che ne soffrono, e si prevede che questo numero raddoppi entro il 2040. La malattia causa principalmente problemi nei movimenti, come tremori, rigidità e difficoltà a muoversi, ma può anche portare a disturbi del sonno, stanchezza e a sentimenti di tristezza o depressione.
La causa principale della malattia è la perdita di cellule nervose nel cervello che producono una sostanza chiamata dopamina, importante per il controllo dei movimenti. Quando queste cellule si danneggiano, i movimenti diventano più difficili. Inoltre, nel cervello dei pazienti si accumulano proteine e altre sostanze che disturbano il normale funzionamento delle cellule nervose.
Una delle cause principali di questi problemi potrebbe essere legata agli aminoacidi, che sono i “mattoni” delle proteine nel nostro corpo e che influiscono sulla produzione di sostanze chimiche nel cervello, chiamate neurotrasmettitori. Se i livelli di aminoacidi sono errati, possono peggiorare i sintomi della malattia.
Per capire meglio questo legame, un gruppo di ricercatori ha esaminato diversi studi scientifici recenti, che hanno confrontato i livelli di aminoacidi nel sangue di persone affette da malattia di Parkinson e persone sane. Hanno scoperto che, nei pazienti con Parkinson, alcuni aminoacidi quali la valina, la prolina, l’ornitina e l’omocisteina, sono più alti, mentre altri, come l’aspartato, la citrullina, la lisina e la serina, sono più bassi.
I ricercatori hanno scoperto che alcuni aminoacidi sono collegati alla gravità della malattia e alla quantità di farmaci assunti. In particolare, le persone che prendono dosi più alte di farmaci per il Parkinson tendono ad avere livelli più bassi di un aminoacido chiamato arginina. Questo suggerisce che i farmaci potrebbero influenzare i livelli di alcuni aminoacidi. Inoltre, i sintomi motori, come tremori e rigidità, sembrano peggiorare quando i livelli di fenilalanina, un altro aminoacido, sono più bassi. Anche la tirosina, un aminoacido importante per la produzione di dopamina, tende a diminuire nei pazienti con sintomi più gravi, anche se questo legame è meno evidente.
Questi risultati ci mostrano che gli aminoacidi giocano un ruolo molto importante nel Parkinson. Comprendere meglio come gli aminoacidi influenzano la malattia può portare a nuovi trattamenti per aiutare le persone a vivere meglio con il Parkinson, correggendo gli squilibri di queste sostanze nel corpo.
CONSIGLI NUTRIZIONALI
Gli aminoacidi sono piccoli elementi che formano le proteine, proprio come i mattoni costruiscono una casa. Li assumiamo attraverso il cibo, soprattutto da carne, pesce, uova, formaggi e legumi. Sono fondamentali per il nostro corpo, perché aiutano a costruire muscoli, produrre energia e svolgere tante altre funzioni vitali. Tutti gli aminoacidi sono utili all’organismo, ma alcuni sono detti essenziali perché il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli autonomamente, quindi devono essere assunti con l’alimentazione. Per le persone in buona salute, un’alimentazione corretta ed equilibrata garantisce l’apporto di tutti gli aminoacidi essenziali sufficienti per garantire la sintesi proteica. In alcuni casi potrebbero però essere necessari integratori di aminoacidi, da assumere quotidianamente, eventualmente dopo aver praticato attività fisica.
Serena Caronni, Biologa nutrizionista e Carlotta Bolliri, Biologa nutrizionista
FONTE: Akdas S, Yuksel D, Yazihan N. Assessment of the Relationship Between Amino Acid Status and Parkinson's Disease: A Comprehensive Review and Meta-analysis. Can J Neurol Sci. 2024 Dec 9:1-17. doi: 10.1017/cjn.2024.310. Epub ahead of print. PMID: 39651578.